robertocavallini
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Queste due fotografie, scattate a 28 anni di distanza, sono state esposte nella collettiva, curata da Luciano Corvaglia, I mostri di Arles - 2021.
LA POETESSA DELL’OTTAVO PIANO, 28 ANNI DOPO IL PRIMO INCONTRO Corviale ora è ricco di colori, non solo per i murales di famosi artisti e per l’intervento dei “poeti e pittori anonimi del Trullo”, che ne hanno mutato l’approccio visivo, ma soprattutto per il sorgere di spazi culturali quali gallerie d’arte, studi di artisti, la biblioteca ed il “Progetto delle Memorie” dell’Università di Roma TRE. Questa volta, dopo ventotto anni, sono tornato a cercare quella signora, “La Poetessa”, accompagnato da una studentessa che si occupa proprio del “Progetto delle Memorie” e mentre ci si dirigeva verso l’ottavo piano, lungo il ballatoio, incrociammo una signora con una capigliatura bianca e fluente, avvolta in un poncho zebrato mentre tirava con una certa energia il carrello della spesa. Maria Pia! Chiamai. Si fermò, si voltò, mi presentai dicendole che nel ’93 ci eravamo incontrati e che l’avevo fotografata, mi corresse, affermando che l’anno era il 1992. Aveva ragione. Ci accolse in casa che questa volta mi parve molto più in ordine rispetto al 1992 e ci mostrò dei documenti che, a suo dire, dimostravano che lei era la figlia della Regina Elisabetta e del Principe Filippo e poi gentilmente accettò di farsi fotografare sull’uscio di casa come tanti anni fa’. TWENTYEIGHT YEARS AFTER THE FIRST TIME Corviale is now full of colours, not only for the murals painted by famous artists and for the intervention of the “anonymous poets and painters of Trullo” who completely changed the aesthetic approach of the area, but mainly for the growth of new cultural spaces like art galleries, artists’ studios, the library and the “ Memories project” curated by the University of Roma TRE. This time, after twentyeight years, I went back to look for the same woman,”The Poet”, accompanied by a student. While we were going to the eighth floor, on the corridor we came across a woman with long white flowing hair, wrapped in a zebra-striped poncho as she energetically pulled her shopping cart. Maria Pia! I called. She stopped, she turned, I introduced myself telling her that in 1993 we had met and that I had photographed her, she corrected me, stating that the year was 1992. She was right. She welcomed us into her house which this time seemed much tidier to me. Maria Pia had some documents which, according to her, showed that she was the daughter of Queen Elizabeth and Prince Philip, and then kindly agreed to be photographed at the door of the house, the same as many years ago.
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La Poetessa dell'ottavo piano - 2020



LA POETESSA DELL’OTTAVO PIANO, 28 ANNI DOPO IL PRIMO INCONTRO

Corviale ora è ricco di colori, non solo per i murales di famosi artisti e per l’intervento dei “poeti e pittori anonimi del Trullo”, che ne hanno mutato l’approccio visivo, ma soprattutto per il sorgere di spazi culturali quali gallerie d’arte, studi di artisti, la biblioteca ed il “Progetto delle Memorie” dell’Università di Roma TRE.
Questa volta, dopo ventotto anni, sono tornato a cercare quella signora, “La Poetessa”, accompagnato da una studentessa che si occupa proprio del “Progetto delle Memorie” e mentre ci si dirigeva verso l’ottavo piano, lungo il ballatoio, incrociammo una signora con una capigliatura bianca e fluente, avvolta in un poncho zebrato mentre tirava con una certa energia il carrello della spesa. Maria Pia! Chiamai. Si fermò, si voltò, mi presentai dicendole che nel ’93 ci eravamo incontrati e che l’avevo fotografata, mi corresse, affermando che l’anno era il 1992. Aveva ragione. Ci accolse in casa che questa volta mi parve molto più in ordine rispetto al 1992 e ci mostrò dei documenti che, a suo dire, dimostravano che lei era la figlia della Regina Elisabetta e del Principe Filippo e poi gentilmente accettò di farsi fotografare sull’uscio di casa come tanti anni fa’.

TWENTYEIGHT YEARS AFTER THE FIRST TIME
Corviale is now full of colours, not only for the murals painted by famous artists and for the intervention of the “anonymous poets and painters of Trullo” who completely changed the aesthetic approach of the area, but mainly for the growth of new cultural spaces like art galleries, artists’ studios, the library and the “ Memories project” curated by the University of Roma TRE.
This time, after twentyeight years, I went back to look for the same woman,”The Poet”, accompanied by a student. While we were going to the eighth floor, on the corridor we came across a woman with long white flowing hair, wrapped in a zebra-striped poncho as she energetically pulled her shopping cart. Maria Pia! I called. She stopped, she turned, I introduced myself telling her that in 1993 we had met and that I had photographed her, she corrected me, stating that the year was 1992. She was right. She welcomed us into her house which this time seemed much tidier to me. Maria Pia had some documents which, according to her, showed that she was the daughter of Queen Elizabeth and Prince Philip, and then kindly agreed to be photographed at the door of the house, the same as many years ago.
LA POETESSA DELL'OTTAVO PIANO - CORVIALE Negli anni ’80 e ’90 ho frequentato, con la macchina fotografica al collo, le periferie del Piano di Edilizia Economico Popolare, numerose e sparse ai margini della città. Fu un viaggio coinvolgente per i luoghi e per gli incontri. Fra i numerosi interventi del PEEP, Corviale era quello architettonicamente più rilevante, era ed è un palazzo lungo un kilometro di grigio cemento, adagiato su una collina come un nuovo “Gianicolo”, un nuovo monte di Giano bifronte che, da una parte, ha le sue finestre esposte all’alba mentre dall’altra parte è rivolto al tramonto, sulla campagna romana. Nel 1992, andai con un mio studente di fotografia, allora socialmente impegnato, per parlare con la “Poetessa dell’ottavo piano”, chiamata così per i versi che scriveva sul muro e per la ritrosia nei confronti dei vicini. Ci accolse senza difficoltà, ci mostrò i suoi disegni di fiori sulle pareti casa, ci raccontò di difficili rapporti col figlio e si fece fotografare, scegliendo lei la posa. THE POET OF THE EIGHTH FLOOR In the 80’s and 90’s, always carrying my camera, I frequented the suburbs of Rome that were part of the Popular Economic Building Plan (PEEP) project, many of them were across the margins of the town. It was an engaging experience through places and encounters. Among many interventions on PEEP, Corviale was the most relevant in terms architecture: A 1km long building made entirely of grey concrete, placed on a hill like a new “Gianicolo”, a new hill of Two-faced Janus, with one face looking at dawn and the other at the sunset above the roman countryside. In 1992 I went there with one of my students of photography, who was a social activist, to talk to a woman nicknamed the “Poet of the eighth floor”; the other tenants called her so for the verses she used to write, and for the reluctance she had towards the neighbors. She gently welcomed us, showing us the drawings of flowers she made on the walls of her apartment and she told us about the difficult relationship with her son. Then she chose a pose and let me take a portrait of her.
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La poetessa dell'ottavo piano -1992



LA POETESSA DELL'OTTAVO PIANO - CORVIALE

Negli anni ’80 e ’90 ho frequentato, con la macchina fotografica al collo, le periferie del Piano di Edilizia Economico Popolare, numerose e sparse ai margini della città. Fu un viaggio coinvolgente per i luoghi e per gli incontri.
Fra i numerosi interventi del PEEP, Corviale era quello architettonicamente più rilevante, era ed è un palazzo lungo un kilometro di grigio cemento, adagiato su una collina come un nuovo “Gianicolo”, un nuovo monte di Giano bifronte che, da una parte, ha le sue finestre esposte all’alba mentre dall’altra parte è rivolto al tramonto, sulla campagna romana.
Nel 1992, andai con un mio studente di fotografia, allora socialmente impegnato, per parlare con la “Poetessa dell’ottavo piano”, chiamata così per i versi che scriveva sul muro e per la ritrosia nei confronti dei vicini. Ci accolse senza difficoltà, ci mostrò i suoi disegni di fiori sulle pareti casa, ci raccontò di difficili rapporti col figlio e si fece fotografare, scegliendo lei la posa.

THE POET OF THE EIGHTH FLOOR
In the 80’s and 90’s, always carrying my camera, I frequented the suburbs of Rome that were part of the Popular Economic Building Plan (PEEP) project, many of them were across the margins of the town. It was an engaging experience through places and encounters.
Among many interventions on PEEP, Corviale was the most relevant in terms architecture: A 1km long building made entirely of grey concrete, placed on a hill like a new “Gianicolo”, a new hill of Two-faced Janus, with one face looking at dawn and the other at the sunset above the roman countryside.
In 1992 I went there with one of my students of photography, who was a social activist, to talk to a woman nicknamed the “Poet of the eighth floor”; the other tenants called her so for the verses she used to write, and for the reluctance she had towards the neighbors. She gently welcomed us, showing us the drawings of flowers she made on the walls of her apartment and she told us about the difficult relationship with her son. Then she chose a pose and let me take a portrait of her.




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